Dire dell’indicibile: cosa è lo dzogchen? Intervista, 2006

Un’intervista a James Low di Guido Ferrari, Todtmoos, Germania, Giugno 2006.
Traduzione dall’inglese di Guido Ferrari
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Estratti
… La visione dello Dzogchen significa riconoscere che la base di tutti i pensieri, le emozioni, le sensazioni, le azioni è uno stato di aperto rilassamento, uno stato di presenza, cioè l’essere completamente qui, totalmente vivo, una consapevolezza chiara che non è né questo né quello.
… La consapevolezza è di per sé liberazione. Consapevolezza significa non essere in una gabbia, non essere imprigionati nel riflettere sulle cose, non cercare di trovare in esse un significato. Significa invece semplicemente accogliere tutto ciò che sorge.
… “Va bene così come sono. Senza far nulla più che respirare, va bene così”. Questo è il
significato dello Dzogchen: “Va bene. Non c’è nient’altro da fare”.
… Ciò che permane è il potenziale di apertura. Ciò che si manifesta è sempre nel cambiamento. La singola manifestazione è sempre in rapporto con l’altro come una danza del divenire.

… Qui siamo, in questo momento, liberi da qualsiasi fantasia, vivi. Nulla succede, tutto succede. È molto semplice.
… Si tratta di avere fiducia nella manifestazione dell’essere e così di smettere di fare il politico del mondo interiore.
… Vedendoti , il tuo volto mi tocca. Così posso diventare colui che ti incontra proprio dove sei. Questa è la base dell’etica.

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