Risvegliarsi alla vacuità del sé. Milan, 2010

Centro Mindfulness Project 1, Milano, 24/ 26 settembre 2010. www.mindproject.com

James Low

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Trascritto da Sarah Allan
Edito da Sarah Allan e Barbara Terris
Tradotto in italiano da Rita Gastaldi

Estratti
conversationPossiamo raccontare storie ‘chiuse’ o storie ‘aperte’; possiamo avere la storia della persona esperta o la storia della persona patetica, ma migliore di tutte è la storia che raccontiamo agli altri, una storia alla quale è permesso emergere come una conversazione.
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Dal punto di vista dello dzogchen, la collaborazione e la partecipazione sono molto più
importanti del dominio e del controllo. Il che vuol dire che noi lavoriamo all’interno del campo della nostra connessione, sia all’interno di ciò che chiamiamo il nostro corpo che all’interno dell’ambiente esterno.
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Trovo me stesso nell’essere con voi. Non trovo me stesso dentro me stesso ma mi manifesto attraverso il mio essere con voi. Mi rivelo come colui che è con voi. Non mi rivelo come “il reale me stesso” perché non esiste nessun “reale me stesso”.
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Quando siete seduti in meditazione e un pensiero si presenta, esso non ha un portone
d’ingresso con un campanello. Voi non dite “oh, questo sembra un pensiero interessante, lasciamolo entrare” ed aprite il portone quando suona il campanello. Similmente, senza nessuno sforzo ora noi siamo in quel pensiero e poi non lo siamo più. Non vi sono un chiaro, evidente, portone d’ingresso o una porta sul retro.

 

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